Maccheroncini di Campofilone con la Cernia e Fiori di Zucca
INGREDIENTI
• 800 g di cernia
• 1 cipolla
• 1/2 carota
• 1 costa di sedano
• 16 fiori di zucca
• olio evo
• 1 manciata di capperi piccoli di Salina
• aglio
• salvia
PROCEDIMENTO
Come ognun sa, i “maccheroncini di Campofilone” sono uno dei miracoli gastronomici italiani: all’uovo, sottili di sfoglia e di taglio, sono un assurdo in sè e per sè: sono così sottili – di gran lunga più sottili di una chitarrina, più stretti di un tagliolino – da richiedere una cottura fulminea e da concedere nessun spazio d’errore.
PROCEDIMENTO
Dunque dalla Cernia amorevolmente sfilettata avrai avanzato una bella monticchia di ritagli, la testa e le spine. Con quest’ultime, addizionate di una cipollina, una mezza carota e un pezzo di costa di sedano farai andare un bel fumetto che servirà a lessare i maccheroncini.
Trita i ritagli con quattro colpi di mezzaluna e tieni da parte. Decolla i fiori di zucca ricavandone degli anelli dalla parte più morbida e gettando senza micragnosità la parte setolosa.
Ora tutto dovrà accadere in fretta e con indomita precisione: colato il fumetto ed aggiustato di sale, getta i maccheroncini per un minuto esatto, mentre avrai fatto insaporire le carni di Cernia nella padella grande con buon olio evo, una manciata di capperi piccoli di Salina lavati e strizzati, aglio e salvia a perdere. Scola velocemente tenendo da parte un pignattino di fumetto.
Salta tutto in padella aggiungendo i fiori di zucca a pezzi, bagnando delicatamente con il brodo di pesce giusto il quanto da tenere morbido, e spegni subito il fuoco.
Con il forchettone ricava un bel nido di maccheroni che metterai nel centro di sani piatti bianchi e tondi, guarnendo con il ragù che tende a scivolare sul fondo della padella. Tutto è cotto pochissimo, e richiede solo qualche goccia di olio evo, magari una varietà siciliana dolce e intensa.
Ricetta di STEFANO CAFFARRI

I MACCHERONCINI DI CAMPOFILONE I.G.P.
La tradizione pastaia di Campofilone inizia secondo leggende popolari-gastronomiche parlate e scritte sin dal 1400, dove in una particolare ricetta si citano i “Maccheroncini fini fini“. Mentre i primi documenti certi che si riferiscono a questa pasta denominata anche capelli d’angelo, risalgono al Concilio di Trento del 1560, dove viene menzionata con la dicitura “così sottile da sciogliersi in bocca”.
La ricetta secolare è stata tramandata inalterata: l’impasto preparato con le migliori farine di grano duro e uova fresche, senza l’aggiunta di acqua, viene steso in sottili sfoglie e tagliato in fili sottilissimi disposti ad asciugare su caratteristici fogli di carta. Su questi particolari fondamenti, nell’anno 2013 i “Maccheroncini di Campofilone” ottengono il riconoscimento I.G.P.
Nel documento disciplinare viene indicato il nome di Nello Spinosi, riconoscendogli di diritto la titolarità esclusiva del primo laboratorio artigianale per la produzione dei Maccheroncini a Campofilone.
I Maccheroncini di Campofilone si distinguono quindi dalle altre paste alimentari per la sottigliezza della sfoglia ed il taglio finissimo.
Tali caratteristiche consentono al prodotto un ridottissimo tempo di cottura pari ad 1 minuto nell’acqua bollente o direttamente nel condimento senza necessariamente essere lessati.
Vincenzo Spinosi con grande rigore ed assoluta fedeltà alla tradizione, utilizza ancora tutta la maestria artigianale tramandata dalla sua famiglia.